Alle 3 della notte di Natale
siamo addormentati sul divano
la mia faccia con la guancia
sullo spigolo del bracciolo
tu sospesa in obliquo
tra chaise-longue e seduta,
non ti svegliano manco
i botti di capodanno
Dalla finestra aperta
della nostra camera
entra la nebbia
senza bussare
Siamo tutti migranti
dirottati in Spagna
ospiti di una capanna
indonesiana nello tsunami
alle pendici fumanti
dell’Etna incazzato
durante l‘ultimo
terremoto dell’anno